Perché abbiamo fatto la mensa?
Anche voi siete (leggermente?) disturbati dall’enfasi ossessiva che ruota attorno alla cucina? Ogni giorno trasmissioni, libri e contenuti social ci circondano con ricette e piatti che santificano gli chef come i nuovi guru. Anche a noi piace mangiare bene ma forse si sta un po’ esagerando. Voi che ne pensate?
Più che altro perché più si parla di cibo e più il cibo sembra perdere importanza, soprattutto di fronte ai grandi paradossi di questi tempi: da una parte c’è lo show dei piatti gourmet, dall’altra c’è il dramma della fame del mondo; da un lato c’è una dieta sana che porta salute, dall’altro ci sono stravizi e opulenza che portano malattie. E ancora, da una parte ci sono le tradizioni dei popoli, dall’altra c’è il consumismo che fa perdere valore a tutto.
In questa altalena di eccessi, il nutrimento disperde il suo senso più profondo: e cos’altro è se non un bisogno essenziale primordiale?
Il giurista Stefano Rodotà lo ha raccontato splendidamente in alcune lezioni in cui approfondiva il tema del “diritto al cibo”. Spiegava che soddisfare i bisogni materiali di una persona è il primo strumento per ribadire la sua dignità. Assicurare la possibilità di mangiare significa garantire la libertà ai cittadini: ciascuno di noi può governare la propria vita come meglio crede solo se prima ha soddisfatto i propri bisogni essenziali.
Quando abbiamo pensato alla refezione collettiva come “cuore” di Santi Paduli, abbiamo cercato di fare nostro questo approccio. Quel “soddisfare la persona nella materialità dei suoi bisogni” non significa solo risolvere la povertà economica con tanto cibo ma significa anche permettere una dieta variegata e di qualità, che rispetti la cultura e la religione delle persone.
Il “cibo adeguato” non è quello che sazia e basta. Ma è quello che sazia, nutre il corpo e rende felici.
E allora se il cibo è libertà… la mensa è democrazia? Perdonateci l’azzardo ma noi pensiamo di sì.
La mensa infatti è un luogo speciale, anche se sottovalutato. Garantire pubblicamente un pasto significa ribadire la dignità di tutti. L’abbiamo scritto prima: significa saziare, nutrire il corpo ma anche renderci felici. È quello che ci aspettiamo da una politica pubblica.
Per questo abbiamo deciso di fare la mensa. Tutti abbiamo bisogno di spazi di felicità. Viviamo nella fretta, tra vita e lavoro sempre più frenetici. Non abbiamo più il tempo per la condivisione.
E allora noi pensiamo che mangiare un pasto genuino, che viene dal territorio circostante, che rispetta l’ambiente, che rispecchia la cultura di una comunità, sia un piccolo passo verso la ricostruzione di quella felicità collettiva che ci manca.
Una felicità che può nascere solo dalla dignità di ogni anello della catena: la terra che ci offre i suoi frutti, gli uomini e le donne che lavorano per darci il cibo, infine chi si siede a tavola per consumare il pasto.

Santi Paduli è un progetto di economia sociale che ha incubato la nascita di un gruppo di cooperative, e ha condiviso un grande manifesto di “atti di cura”, con una rete di istituzioni pubbliche, scuole, enti del terzo settore e aziende.
ABITARE I PADULI
AD ASTRA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE
ADVISOR SRL
ASSOCIAZIONE CULTURALE ” LU VECCHIU TRAINU”
BOSCHETTO SRL AGRICOLA
CENTRO TURISTICO GIOVANILE “GRUPPO D’IMPEGNO SOCIALE” APS COMITATO FESTE “MARIA SS.MA DELLE GRAZIE”
CONSORZIO SOCIALE POGGIARDO
COOPERATIVA SOCIALE ONLUS ATUTTOTENDA
FONDAZIONE MARCHESE IGNAZIO GUARINI ONLUS
MUSIC PLATFORM A.P.S.
RADICE APS ETS
RINASCITA SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE
TELA ASSOCIAZIONE CULTURALE
I.C. B. N. SAN C. SUPERSANO
I.C. POGGIARDO
I.C. MURO LECCESE
COMUNE DI NOCIGLIA
COMUNE DI SAN CASSIANO
COMUNE DI BOTRUGNO
COMUNE DI MURO LECCESE
COMUNE DI GIUGGIANELLO
COMUNE DI SURANO
COMUNE DI SUPERSANO
COMUNE DI SANARICA
Santa Fucina Cooperativa Sociale
Via Genova, 1
73020-SAN CASSIANO (LE)
CF – 05306790758
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